mercoledì 6 febbraio 2008

Diamoci tutti da fare

di Claudio Mellana

Ci sono tragedie che sono più tragedie di altre? Che sono capaci di scuotere la coscienza collettiva e altre che non turbano l’apatia collettiva? La tragedia del 6 dicembre 2007 dei sette morti alla TyssenKrupp ha, speriamo, dato il via ad un nuova stagione di impegno da parte di tutti sul fronte della difesa della vita sui luoghi di lavoro, cosa che non era accaduta dopo il 16 luglio 2007 giorno della analoga tragedia del Molino Cordero di Fossano che ha causato cinque morti.

Varrà la pena di studiare a fondo il fenomeno, verrebbe da dire a partire dai mezzi di informazione che indubbiamente giocano un ruolo importante nell’orientare l’opinione pubblica. Ma sarebbe estremamente riduttivo. Ma se l’iniziativa la prendessero l’insieme delle istituzioni per collaborare a formare cittadini maggiormente orientati alle cose importanti e meno curiosi delle inutili, se non per gli interessati, vicende sentimentali di Sarkosy e Carla Bruni?

Come? Ecco due proposte:
  1. Venga reso obbligatorio a scuola lo studio della 626 a partire dai motivi ideali, perché tali sono, che stanno alla base della sua promanazione. Si coinvolga su un progetto educativo serio quanti più attori possibili (Aziende sanitarie, INAIL, Sindacati e Unione Industriale, ANMIL, ecc.). Obbligatorio significa che alla fine dello studio deve esserci un voto, altrimenti il tutto si trasforma in farsa.
  2. Riprendo un’idea di Ivar Oddone e la adatto; i Comuni, a partire da quelli con una popolazione lavorativa molto significativa, installino in una piazza centrale un tabellone (oggi con l’elettronica si può fare molto bene) sul quale compaia il numero dei morti e dei feriti sul lavoro giorno per giorno e poi, con il passare del tempo, si faccia comparire il raffronto anno per anno, cosicché tutti possano sapere se si sta facendo qualcosa di utile per ridurre il fenomeno. Saranno così i Sindaci in prima persona a controllare e ad esigere che si attuino politiche specifiche e generali utili a tutelare la salute dei loro cittadini sui luoghi di lavoro.

Il nostro Presidente della Repubblica, on. Napolitano, che ha grande merito rispetto al risveglio delle coscienze in questa materia, potrebbe dare un premio al primo Comune che dovesse attuare la proposta.

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