venerdì 22 febbraio 2008

Il pane loro: dedicato alla sicurezza sul lavoro

"L'iniziativa di uno spettacolo teatrale sugli incidenti del lavoro, che verra' rappresentato direttamente nei cantieri e nelle fabbrica e' splendida. Mi riferisco alla produzione "Il pane loro" che viene presentata oggi e alla quale hanno collaborato sia i sindacati che enti locali". Giovanni Russo Spena, uno dei capigruppo al Senato della Sinistra Arcobaleno, commenta così la notizia della prima, il 29 febbraio, nel Porto di Taranto, dello spettacolo di Stefano Mencherini, dedicato al tema della sicurezza sul lavoro. "E' fondamentale- sostiene Russo Spena- che questo dramma quotidiano che si consuma nei luoghi di lavoro diventi presente nella societa' attraverso tutti i canali possibili e certamente quello culturale e' essenziale".

di Franco Martini (Segretario Generale FILLEA CGIL)

Con il progetto “Il Pane loro” si arricchisce l’investimento culturale nella lotta contro le morti e gli infortuni sul lavoro. La lotta per la sicurezza non è solo questione di norme, di buone leggi, da far applicare con sempre più rigore. Le leggi per la sicurezza in Italia ci sono e sono tra le più avanzate in Europa. La loro applicazione, invece, ha conosciuto per lungo tempo una pericolosa latitanza, tanto da parte di ampi settori dell’imprenditoria, che delle istituzioni preposte al loro controllo. Le tragedie sul lavoro che hanno scosso l’opinione pubblica in questi ultimi mesi, le autorevoli denunce ed i fermi appelli ad agire con determinazione espressi dal Presidente della Repubblica hanno riproposto una questione che non è solo di leggi inapplicate. Per lungo tempo il tema del lavoro è stato letteralmente rimosso dal dibattito nazionale. Per lungo tempo è parso che gli operai non esistessero più, o fossero una realtà residuale. In edilizia la “manodopera” ammonta a circa due milioni di persone in carne ed ossa, sono persone che incontrano disagio, fatica, rischio, tutti i giorni e molti di loro lo fanno dall’alba al tramonto. E non solo della rimozione “sociologica” si è trattato. Queste persone hanno una vita (piccolo eufemismo…) sociale e personale, massacrata dalle inaccettabili condizioni di lavoro. Poi, vi sono quelli sfortunati che incontrano l’infortunio, già una disgrazia esistenziale, quando, pur salvandosi in qualche modo, vivono le conseguenze fisiche nell’inidoneità alla mansione, cioè, la perdita del possibile accesso alla professione, dopo l’infortunio.Per quelli, invece, più sfortunati, l’infortunio mortale è una tragedia che continua anche dopo, per quelli che rimangono, perché il salario, molto spesso a nero, era l’unica fonte di reddito per la famiglia colpita, innanzitutto negli affetti, dall’evento tragico. Di tutto questo, negli anni che abbiamo alle spalle, vi sono state poche tracce. Oggi che, la lotta alla sicurezza nei luoghi di lavoro sembra conoscere una nuova stagione di impegno, occorre mettere in campo tutti gli strumenti utili a ricostruire una nuova sensibilità verso il valore del lavoro manuale e –dunque- della persona. Quando si parla di cultura della sicurezza intendiamo affermare questo. Il progetto “Il pane loro” parla di questo e per questo vede il coinvolgimento della Fillea Cgil, riproponendo un analogo interesse e impegno già manifestato per altre iniziative prodotte nel campo culturale. Come sempre, questi strumenti saranno parte del lavoro quotidiano del sindacato di categoria, attraverso la promozione più diffusa di iniziative in grado di veicolare il messaggio contenuto nell’ottimo lavoro di Stefano Mencherini e del centro mediterraneo delle arti, ai quali va tutto il ringraziamento e sostegno della nostra categoria.

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