domenica 10 febbraio 2008

il SIC: una esperienza realizzata

di Ivar Oddone

Un progetto, realizzato, di un sistema ergonomico della salute

Vent'anni fa ho risposto ad una domanda di un gruppo dirigente di una Società di Mutuo Soccorso avviando un progetto pilota per la trasformazione di una organizzazione sanitaria volontaria, a base territoriale, nella zona delle Bouches du Rhône (vicino a Marsiglia).
Obbiettivo: una ricerca di psicologia dell'organizzazione della salute, su base ergonomica.
Il risultato di questa ricerca: un progetto di organizzazione della salute il Sistema Informativo Concreto (SIC) e la sua realizzazione. Si è trattato di un lavoro di azione-ricerca più che di ricerca-azione. Il rapporto tra azione e ricerca è stato il motore inferenziale. Infatti l'obbiettivo dell'intervento era quello di realizzare una organizzazione della salute che permettesse di eliminare le malattie sicuramente eliminabili, quelle dovute all'ambiente costruito.

La dinamica prevista:

  • definire dei rischi prioritari, considerati indici prioritari della salute;
  • creare un percorso dell’informazione sulla salute individuale ;
  • assemblare le informazioni individuali per ottenere una rappresentazione della salute collettiva;
  • informatizzare il sistema;
  • diffondere i risultati come terminali di un servizio mirato, strutturato in modo da permettere alla comunità municipale di valutare l'organizzazione della salute e modificarla di conseguenza.

L'ambiente di sviluppo: un "Centre de santé" gestito da una organizzazione di mutuo soccorso. Un poliambulatorio che può essere considerato privato in quanto gestisce la salute (per le esigenze non ospedaliere) degli aderenti alla società di mutuo soccorso, con una organizzazione autonoma, con segretarie, medici generalisti, medici specialisti, laboratori. Garantisce in altre parole il servizio che in Italia è garantito dal medico di base, più i servizi specialistici usuali: laboratorio di analisi, radiologia, ecografia, elettrocardiografia, pneumologia, neurologia, angiolologia fra gli altri.

Ogni cittadino, che ha il diritto di usare quel poliambulatorio in quanto è volontariamente iscritto a quella società di mutuo soccorso, può prenotare telefonicamente una visita dal suo medico curante. In caso di urgenza può recarsi direttamente all'ambulatorio, utilizzando i medici generalisti presenti. Ogni medico generalista svolge il suo lavoro in condizioni particolari di tempo, di possibilità di esami, di servizio paramedico e di attrezzature. Si può dire che sono condizioni ottimali per l'espletazione delle sue funzioni di medico generalista, di famiglia.

Nell'ambito di questa attività usuale, il SIC rappresenta una attività integrata con quella usuale del medico generalista. Nello svolgimento del suo lavoro il medico segnala, sulla base delle regole instaurate nel sistema, i casi che considera a rischio dal punto di vista dell'ambiente (di vita e/o di lavoro). Questa segnalazione dà origine alla creazione di un percorso speciale che definisce il trattamento delle informazioni del SIC. La segnalazione del medico, che può essere sostituita dalla segnalazione dello stesso soggetto che vuole sapere se la sua salute è a rischio dal punto di vista dell'ambiente, dà origine alla creazione di un elenco di soggetti "a rischio presunto".

Quando un cliente si reca all'ambulatorio per una visita usuale, se esiste, per lui, la segnalazione di una situazione di "rischio presunto", si avvia il ciclo che è segnato dal percorso: medico, segretaria, mappizzatore, medico. Un percorso che l'informazione, considerata centrale nel sistema, traccia e che lo psicologo della salute guida, dal punto di vista procedurale. Chi lo gestisce, dal punto di vista operativo, attraverso gli uomini coinvolti, in particolare i medici generalisti, è una figura nuova nell'organizzazione della salute, il "mappizzatore". E' il gestore di un intervento di ergonomia cognitiva, controllato dallo psicologo, mirato a ricuperare l'esperienza dei soggetti coinvolti, in particolare le conoscenze del cliente sul suo microambiente di vita e di lavoro. Interessa anche il ricupero dell'esperienza procedurale degli operatori coinvolti nell'azione-ricerca.

Un cambiamento di natura ergonomica nella organizzazione

Il ciclo comporta: dopo la segnalazione del medico, che ha dato origine al percorso, l'intervista di una segretaria, la quale compila adeguatamente la scheda individuale di rischio e la scheda del posto di lavoro. Per raccogliere le informazioni necessarie segue una procedura definita, periodicamente verificata dallo psicologo insieme agli operatori interessati.

La procedura utilizza il modello dei quattro gruppi di fattori nocivi e le informazioni già accumulate nel "catasto" dei posti di lavoro a rischio del SIC.

La scheda individuale di rischio, informatizzata, è composta da quattro aree:

  1. la prima permette di identificare il soggetto (il nome è visibile solo per il medico curante);
  2. una seconda identifica il posto di lavoro ed i rischi eventuali da esposizione;
  3. una terza precisa i rischi di malattia ed i danni eventualmente presenti. Queste tre parti sono rigidamente codificate;
  4. mentre una quarta parte, definita foglio di accompagnamento, contiene in chiaro tutte le informazioni (non sistemate, secondo i codici, nelle altre aree) sul soggetto e sulle condizioni di rischio, che si può presumere possano essere di qualche interesse.

Lo scopo è quello di agevolare una osservazione, registrata, "aperta", ossia non definita a priori dalla codificazione. La scheda del posto di lavoro rappresenta la base dell'anamnesi ambientale, concreta, utilizzabile per stabilire un eventuale nesso tra danno ed ambiente. Il posto di lavoro viene identificato attraverso tre elementi: il "2x2", il "C.Q.F." e la "specificità locale";

  1. il "2m x 2m" definisce il contesto spaziale concreto nel quale un soggetto lavora (per un singolo soggetto può essere più d'uno);
  2. il "C.Q.F." (ce qu'il fait) è quello che il soggetto fa veramente sul lavoro (la mansione adeguatamente connotata);
  3. la "specificità locale" identifica se l'attività lavorativa, il processo, ha delle caratteristiche specifiche, in positivo o in negativo, per quanto riguarda il rischio rispetto alle attività lavorative dello stesso tipo.

La valutazione del rischio e/o del danno alla salute dell'individuo, quindi degli esami necessari, del significato dei risultati, sino alla eventuale dichiarazione della malattia professionale, è di competenza del medico.

Il mappizzatore costruisce il "catasto" dei posti di lavoro a rischio. Dal suo compito specifico di produrre le mappe di rischio deriva il termine che lo qualifica professionalmente. Le mappe sono costruite dal basso, per apposizione, ogni nuovo caso si aggiunge a quelli già conosciuti. Le mappe sono utilizzate, assieme a parte del materiale delle schede individuali, per la costruzione di un Panneau Communal de Risque (Tabellone Comunale di Rischio) che è composto da:

  1. una carta topografica del Comune, con notazione (cerchiatura) dei luoghi a rischio + quattro colonne relative ai rischi prioritari:
  2. elenco numerico delle persone a rischio per ciascuno dei rischi prioritari (stima);
  3. un elenco numerico delle persone a rischio (conoscenza documentata nel SIC);
  4. elenco numerico dei danneggiati (stima);
  5. elenco numerico dei danneggiati (conoscenza documentata nel SIC).

Il Tabellone Comunale di Rischio va aggiornato periodicamente ed utilizzato dai tre protagonisti del Sistema di Informazione Concreto: i cittadini, i medici ed il sindaco. Rappresenta uno dei due poli (l'altro è rappresentato dalle schede individuali) di un sistema ergonomico con una forte possibilità di funzione cibernetica in quanto le informazioni rendono possibile il controllo del territorio per verificare il miglioramento della salute, cui il sistema tende.

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